Roma, a Villa Pamphilij il Casale dei Cedrati preda dei vandali

ppLa struttura fu chiusa per presunti abusi edilizi. Ma il Tar ha dato ragione ai gestori. “Il Comune però non ci fa riaprire”

Tra bottiglie impolverate appoggiate al bancone, stoviglie sporche nei lavandini, le lavagne col menù ancora scritto sopra, il Casale dei Cedrati ha l’aria spettrale di un luogo del delitto. Un tavolo da ping pong campeggia solitario nel cortile, avviluppato tra i rovi che hanno divorato quello che 3 anni fa era un ordinato tappeto di ghiaia. Si stimano 20mila euro di danni all’interno: vandali anonimi, a differenza dei nomi – più noti – di coloro che alla caffetteria/libreria/centro culturale di Villa Pamphili, lato Aurelia Antica, hanno rubato la (neonata) vita. A chiedere il sequestro del Casale – che in soli 68 giorni, dal 5 dicembre 2015 al 12 febbraio 2016, si conquistò un ruolo da protagonista a Monteverde – fu il pm Michele Nardi, arrestato una settimana fa per corruzione e falso.

Nessuna illazione. Ci ha pensato già il Tar, a decretare un eccesso di potere e “perplessità, contraddittorietà e illogicità” della pubblica amministrazione ai danni del consorzio che per poco gestì il casale. Le motivazioni che portarono i vigili del XII° gruppo ad apporre i sigilli a tutto il complesso, con tanto di “tutti fuori con le mani in alto”, risultano in buona parte infondate. “Ci accusarono di non portare avanti abbastanza iniziative culturali e di utilizzare impropriamente i locali – chiosa Silvia Noto, della cooperativa Linea D’Arte che insieme a CoopCulture si aggiudicò il bando – in due mesi abbiamo organizzato 6 mostre, 40 laboratori didattici, corsi di lingua, tutti approvati dal Comune”.

Contestati due abusi edilizi: una porticina installata al primo piano e una rampa per disabili in muratura anziché legno. “L’abbiamo fatta per ovviare alle inadempienze del Comune che non la installò mai”, puntualizza Ugo D’Antonio di Coopculture che ha seguito la ristrutturazione del complesso costata agli assegnatari 300mila euro, nonostante da bando l’edificio ( già ristrutturato con i fondi del Giubileo, ma mai aperto al pubblico) risultasse ” chiavi in mano”. Eppure “il Comune si rifiutò di verbalizzare lo stato di degrado del complesso al tempo della consegna”.

A quasi un anno e mezzo dal dissequestro, avvenuto nell’ottobre 2017 ( in seguito alla sentenza del Tar), e nonostante sulla scrivania della sindaca Raggi, del vicesindaco Bergamo e della Sovrintendenza capitolina siano arrivate decine decine di comunicazioni, solleciti, pec dal consorzio, dove si richiedono le nuove prescrizioni per la riapertura, nulla si è mosso. ” Era un presidio di decoro e creatività. Mai, in 30 anni di esperienza in tutta Italia, ci è capitata una situazione come questa ” , dice Giovanna Barni, presidente di Coopculture. E i cittadini concordano: lo scorso maggio sono stati in 1.700 a firmare una petizione per la riapertura. Il consorzio ha citato per danni il Campidogli per 1,8 milioni di euro. “Ma la speranza è quella di metterci a un tavolo con il comune per riaprire il casale di cui siamo ancora legittimi assegnatari ” , conclude Barni. Intanto al Casale dei Cedrati imperano solo i rovi e i ratti.

Tratto da:
https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/01/20/news/roma_a_villa_pamphilij_il_casale_dei_cedrati_preda_dei_vandali-217018567/