settembre
Roma, dalle delibere al parere Anac il Raggio magico alla prova di forza
Posted by Ileana Argentin at 9:57 AM. Placed in Rassegna stampa category
Roma, dalle delibere al parere Anac il Raggio magico alla prova di forza
Chi tocca Raffaele Marra muore. È questa la lezione che, al termine di una giornata ad altissima tensione, si ricava dalle dimissioni a catena che hanno fatto traballare il primo governo a 5Stelle di Roma. È lui, il dirigente di rito alemanniano entrato nelle istituzioni dalla porticina dell’Unire — l’Unione nazionale incremento razze equine guidato dal 2002 al 2008 da Franco Panzironi, dove l’allora ministro dell’Agricoltura lo volle come segretario generale — il regista occulto dell’operazione che ha portato alla defenestrazione di Carla Romana Raineri e provocato la valanga di ieri.
La magistrata della Corte d’Appello di Milano lo voleva fuori dal gabinetto da lei guidato: per settimane — insieme al super assessore Marcello Minenna — ha insistito per far fuori lui e per ridimensionare ruolo e compensi del sodale Salvatore Romeo, capo della segreteria politica. E questi ultimi due, pilastri di quel Raggio magico che ormai comanda in Campidoglio, gli unici di cui la sindaca grillina si fidi davvero, si sono vendicati. Spingendo la prima cittadina a chiedere all’Anac il parere sull’incarico affidato alla Raineri, ben sapendo che sarebbe stato bocciato. Perché quella nomina era frutto di un pasticcio.
Marra e Romeo, ormai padroni indiscussi della macchina burocratica capitolina, conoscevano sia l’ordinanza sindacale del 22 luglio con la quale Raineri venne nominata capo di gabinetto (rimandando per la determinazione dello stipendio a una delibera successiva), sia la richiesta di aspettativa presentata il giorno successivo dalla Raggi al Csm per il collocamento della giudice fuori ruolo: entrambe formulate ai sensi dell’articolo 90 del Tuel. Che però prevede un trattamento economico assai più basso rispetto a quello poi applicato, i famosi 193mila euro comprensivi di indennità ad personam.
Mentre la delibera di conferimento dell’incarico e di determinazione della relativa retribuzione è stata giustificata a norma dell’articolo 110 del Tuel. Una difformità rilevata e sanzionata dall’Anac.
«Un trappolone». Così Minenna, sfogandosi con un paio di amici, ha definito la manovra orchestrata dal duo Marra-Romeo per eliminare l’arci-nemica Raineri. Tanto più che né la capo di gabinetto né l’assessore al Bilancio erano stati informati che la Raggi aveva deciso di investire della questione l’Autorità Anticorruzione. Un passaggio delicatissimo avvenuto a loro insaputa. Non proprio il massimo della correttezza.
Soprattutto alla luce di un paio di circostanze che chiamano in causa direttamente la sindaca pentastellata: non solo con due diverse note firmate a fine luglio (protocollate con il numero 49699/2016 e 52265/2016) l’inquilina del Campidoglio ha giudicato «congruo» il compenso della Raineri, ma la delibera n.14 con cui il 5 agosto sono state stabilite mansioni e stipendio della Raineri è stata votata senza alcuna riserva sia da lei sia dal vicesindaco Frongia. Se aveva dei dubbi — si chiedono in tanti — perché non li ha fatti presente in quella sede? Perché arrivare a questo punto?
La ragione è semplice. Nella faida che dopo il caos sugli stipendi dello staff si è scatenata all’interno della giunta grillina ha vinto il Raggio magico e hanno perso i tecnici indipendenti. Ha cioè prevalso quella ristretta cerchia di collaboratori di cui la sindaca si fida ciecamente — Marra e Romeo, innanzitutto, con il recente innesto di Andrea Mazzillo — a cui ha delegato le pratiche più importanti. Tutta gente da 100mila euro in su. Con un potere ormai enorme. Per difendere i quali la Raggi non ha esitato a buttare a mare una magistrata (la seconda in meno di due mesi, dopo la giudice della Corte dei Conti Daniela Morgante, alla quale aveva promesso il posto poi assegnato alla Raineri) e ad aprire la prima crisi politica della giunta.
E nemmeno la mediazione tentata da Carla Ruocco e Paola Taverna, componenti del direttorio nazionale e di quello romano, ha potuto niente. Quando le due parlamentari grilline hanno proposto a Virginia Raggi di rimettere le cose a posto, rinnovando la nomina alla Raineri
recependo i rilievi Anac, la sindaca è stata irremovibile. Apparendo anzi, ai consiglieri e agli assessori che l’hanno ascoltata spiegare le ragioni della revoca, «sollevata » se non addirittura «felice» di essersi sbarazzata di due personaggi ormai considerati spine nel fianco. A gongolare, in una giornata di tregenda, restano solo in due: Marra e Romeo. Col primo che a fine giornata scherzava: «Chiedetevi perché io sono sempre qui».
Tratto da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/09/02/news/roma_dalle_delibere_al_parere_anac_il_raggio_magico_alla_prova_di_forza-147043039/