Roma, gli alunni della prof uccisa: «Le sue lezioni su donne e violenza»

8044413-002-kfE-U433108768556323aE-593x443@Corriere-Web-Roma«Lei è una donna con le “palle” e ci perdoni il francesismo». Così gli studenti a Michela Di Pompeo, assassinata dal compagno vicino a piazza di Spagna. «Ci parlava degli uomini che maltrattano le compagne e lei viveva quella situazione»

«Lei la mattina ci parlava degli uomini pazzi che maltrattano le compagne e poi il pomeriggio viveva quella situazione. Lei è veramente una donna con le “palle” e ci perdoni il francesismo». Due classi unite per ricordare la loro insegnante di italiano, educazione alla cittadinanza e storia. Una trentina di ragazzi sconvolti, prigionieri di un «grande incubo», come hanno scritto ieri in 27 nella lettera dedicata — come se fosse ancora viva — alla professoressa Michela Di Pompeo, assassinata dal compagno geloso e depresso in un appartamento in vicolo del Babuino, fra piazza di Spagna e piazza del Popolo. Il salotto della Capitale insanguinato da un femminicidio dai risvolti tutt’altro che chiari. Il killer, Francesco Carrieri, 55 anni, originario di Fasano (Brindisi), dirigente della Popolare di Novara, si è consegnato ai carabinieri all’alba del Primo maggio. Ora è in carcere accusato di omicidio volontario.

Nel tondo, Michela Di Pompeo, la vittima
«Ho ucciso la mia compagna, voleva lasciarmi», ha spiegato al piantone della caserma dove si è presentato. In quell’appartamento al secondo piano del vicolo affacciato su via Margutta — messogli a disposizione dalla banca, che lo aveva affittato dallo zio dell’attore Alessandro Preziosi — c’era il corpo di Michela. Ancora a letto, dove l’insegnante della Deutsche Schule Rom di via Aurelia Antica è stata massacrata a tradimento, forse nel sonno, con un pesetto da palestra. Decine di colpi — l’autopsia chiarirà quanti — per sopprimere la quarantenne di Desenzano sul Garda (Brescia), che aveva fatto gli studi a Bolzano, aveva vissuto fra Trento e la Val Camonica, e poi era arrivata a Roma per insegnare. Conviveva con il bancario da meno di un anno, ma da due mesi gli aveva annunciato di voler troncare la relazione. I vicini li hanno sentiti litigare spesso. L’ultima volta domenica sera. «Ho anche udito un tonfo e un grido, ma non ho chiamato nessuno. E adesso questo è il mio rimorso più grande», ammette un’inquilina. Erano le 22.30. Il bancario si è costituito alle 6.05 del mattino. Forse ha vegliato il corpo della compagna, forse ha elaborato una strategia difensiva prima di andare in caserma. «Era cambiato all’improvviso — dicono i colleghi —, prima sorridente, adesso cupo». Su quello che ha detto al pm Pantaleo Polifemo e ai carabinieri c’è il massimo riserbo, almeno fino all’udienza di convalida.
Michela aveva due figli da un matrimonio naufragato. Lo stesso Francesco. Ironia del destino, erano tutti fuori Italia quando Carrieri l’ha ammazzata. È il quarto femminicidio in soli due giorni, insieme con quelli di Genova e nelle province di Cagliari e Salerno. Un tema che la professoressa Di Pompeo affrontava spesso proprio con i suoi alunni. «Ogni volta — scrivono i ragazzi — ci parlava del rispetto per le donne, della parità dei sessi, dei casi di persone folli che uccidono le mogli per gelosia. E come è finita la sua vita oggi? Proprio in questo modo. Sembra una barzelletta — riflettono adesso i suoi studenti —, se non avessimo letto l’articolo e non avessimo guardato il telegiornale che parlava di lei, non ci avremmo mai creduto. Ora tutto è chiaro: c’era un motivo se rimproverava i ragazzi quando facevano battute squallide sulle ragazze». E ancora: «Domani vorremmo che tutto fosse come al solito, ma sappiamo che non sarà così. La scuola, vestita di nero, piangerà una delle sue migliori insegnanti, se non la migliore».

TRATTO DA: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_maggio_02/gli-alunni-prof-uccisa-fidanzatoci-parlava-dell-orroredei-femminicidi-512196e0-2f71-11e7-88d3-be5206e98599.shtml