Roma, i negoziante di Prati: «Buche, furti e poca pulizia: il comune cosa fa?»

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Le lamentele dei negozianti: «Noi, ormai costretti ad arrangiarci». E la segnaletica fai-da-te acquistata dagli esercizi commerciali del quartiere si è tradotta nell’unica soluzione possibile dopo mesi di inerzia del Comune e anche dell’Atac

No, non è una provocazione. La nuova segnaletica fai-da-te dei commercianti di via Ottaviano – con la freccina verso la metropolitana, per adesso, poi si vedrà se aggiungere altri cartelli – rappresenta l’unica soluzione possibile dopo mesi di inerzia principalmente del Comune, e poi anche dell’Atac: «Mesi anche solo per risponderci che sì, potevamo provvedere noi! – sgrana gli occhi Giordana Pontecorvo, presidente dell’associazione dei commercianti di via Ottaviano -. Ora, su tutti i treni, resta ancora l’indicazione «Vaticano» vicino alla stazione Lepanto, ma rimuovere quei semplici adesivi per Atac sembra proprio una missione impossibile…».

Uno dei problemi di via Ottaviano, quello delle indicazioni, nasce dal Giubileo. In quell’occasione, per questioni di sicurezza e per attenuare la pressione attorno alla metro Ottaviano appunto, il Comune in accordo con Questura e Prefettura dirottò il «traffico» verso Lepanto, incaricando Atac di apporre la dicitura «Vaticano» accanto a quest’ultima stazione. Misura provvisoria e invece, oggi, gli adesivi sono ancora tutti lì, appiccicati sui vagoni e sulle cartine metropolitane. «Abbiamo scritto a tutti – insiste la Pontecorvo – addirittura l’assessorato alla Mobilità ci ha risposto che abbiamo ragione, Atac è stata già sollecitata, eppure niente, nessuno li toglie questi adesivi ormai vecchi». E non è un dettaglio, quella piccola scritta «fuori posto»: «Noi, dal canto nostro, perdiamo clientela, essendo il flusso dirottato su Lepanto, ma soprattutto che figura ci facciamo coi turisti? Obbligarli a due chilometri a piedi, inutilmente, perché?».

E poi. I saltafila, ormai molesti. L’immondizia. Le buche. Furti, anche l’altra notte al bar. Le bancarelle che, guarda caso, sostano proprio dove sono sparite le strisce pedonali. Tutta la strada è preda dell’incuria, in declino, lamentano i commercianti. Tra loro Marco, in un negozio di abbigliamento, parte dai cartelli, bene, ma poi allarga il ragionamento: «Noi facciamo il massimo, autotassandoci, allestendo noi le fioriere per abbellire i marciapiedi, acquistando le luminarie di Natale. Ma l’assenza di segnaletica è un peccato perché tutto il mondo ci guarda». Una catena di problemi. Proprio le nuove fioriere, per esempio: «Siamo stati obbligati a mettere altri cartelli, “non gettare qui le cartacce”, perché quei pochi cassonetti che ci sono, troppo spesso sono stracolmi, quindi la gente getta i rifiuti tra i fiori». Anche Loredana Musso, dello storico alimentari Castroni, chiede più attenzione: «Abbiamo bisogno di più decoro e di più controlli: se c’è un allarme bomba si mobilitano tutti, spiegamento di mezzi e uomini, ogni volta chissà quanto ci costa, e perché invece qua davanti ogni mattina c’è – ben legata con il lucchetto – la valigia dei mendicanti che ormai hanno le postazioni fisse?». Non cambiano più in banca, fanno notare dai negozi: le monetine – «anche 300 euro al giorno» – le porta chi fa elemosina. «Ai tempi di mio marito – aggiunge Musso – scene così non si sarebbero mai viste». E fissa le cartacce in bilico sul ciglio del cassonetto, inclina la testa di lato e ricorda, Costanza Sabatello di Maxim, altro storico negozio il cui titolare, negli anni ‘90, era rappresentante dei commercianti: «Ogni mattina ci puliamo la strada da soli, ci arrangiamo come possiamo».

Tratto da: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_febbraio_23/buche-furti-poca-pulizia-ma-campidoglio-cosa-fa-38229a14-17fa-11e8-b6ca-29cefbb5fc31.shtml