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Roma, “Valzer di manager, l’Ama è ko”. Ecco il dossier inviato al Comune
Posted by Ileana Argentin at 12:16 PM. Placed in Rassegna stampa category
La relazione mai resa pubblica dal Campidoglio che fotografa lo stallo della municipalizzata
Impianti inadeguati con prestazioni al di sotto degli standard. Troppi rifiuti inviati fuori Roma, il tmb del Salario messo sotto pressione più del dovuto, investimenti ridotti al lumicino e sempre più appalti affidati non con una gara, ma con il prolungamento del contratto esistente. Non solo. Quest’anno Ama ha incassato 48 milioni di euro in meno dalle tariffe Tari perché ha inviato troppo tardi le bollette agli utenti.
È la fotografia di un’azienda in fase di stallo quella che ci restituisce la relazione semestrale di Ama al 30 giugno 2017, mai resa pubblica da Campidoglio e dalla municipalizzata. Cominciamo dal Mol, il margine operativo lordo, che indica gli utili sul valore della produzione. Ebbene, il Mol si è ridotto di quasi il 2% rispetto alla stessa data del 2016: da 64 milioni 840.972 a 58 milioni 566.476. Il perché lo spiega la stessa relazione. Ama ha dovuto sostenere un incremento di spesa per il trattamento dei rifiuti, per lo smaltimento degli scarti prodotti dagli impianti, per gli straordinari degli operatori. Dovendo fare i conti con impianti obsoleti, si è trovata nella necessità di mandare a trattare fuori della capitale più materiale di quanto prevedesse e i costi sono lievitati. I due tmb di Rocca Cencia e del Salario ormai non riescono più a tenere il passo con i ritmi della produzione, anche se i rifiuti lavorati complessivamente sono aumentati rispetto al 30 giugno 2016 dell’8,1%. Un aumento tutto caricato sul Salario che ha trattato il 38,7% di rifiuti in più rispetto al primo semestre 2016, nonostante gli impegni dell’assessora Montanari e dei vertici Ama a diminuire i quantitativi per avviare lo stabilimento alla chiusura e alla riconversione a inizio 2019.
Le performance degli impianti risultano ridicole. Il trattamento dei rifiuti a Rocca Cencia produce solo il 17,6% di combustibile, il 14,1% di fos, frazione organica stabilizzata, mentre lo scarto, cioè il materiale che non si può riutilizzare e deve solo essere smaltito, raggiunge il 44,1%. Il Salario produce il 19,4% di cdr, il 13,3% di fos e la percentuale record del 53,6% di scarti. Tutto in palese contrasto con quanto stabilito dall’Aia, l’autorizzazione data agli impianti.
Se andiamo a vedere il report sulle gare per l’acquisto di beni e servizi, ci rendiamo conto che al 30 giugno 2016 le gare costituivano la componente maggioritaria, il 78%. Al 30 giugno 2017, invece, la percentuale delle gare è scesa al 28%, con una riduzione del 50%. Sono aumentate le estensioni contrattuali, arrivate al 56%. È la stessa relazione che individua le ragioni della paralisi: i mutamenti dei vertici aziendali e l’aggiornamento della macro e microstruttura hanno rallentato il processo di acquisto. E in questa categoria rientra il caso della cooperativa 29 giugno. L’appalto per il ritiro dei rifiuti alle utenze non domestiche scadrà il 31 ottobre. Ama non ha bandito in tempo una nuova gara e ha chiesto di prolungare il servizio alla cooperativa, che però ha rifiutato perché in forte perdita. E adesso a rischiare il posto sono i 270 lavoratori.
Il rallentamento ha coinvolto l’intera macchina aziendale, perché è mancata la stabilità necessaria per passare dalla programmazione alla fase operativa. Stesso discorso per gli investimenti, calati massicciamente nel corso degli anni: nel 2014 ammontavano a 32 milioni 326.225, nel 2015 a 29 milioni 732mila e 495, nel 2016 sono scesi a 13 milioni 960.018, per arrivare al 30 giugno 2017 alla povera cifra di 5 milioni e 222mila 677.
Non c’è niente da festeggiare nemmeno per la raccolta differenziata. La relazione del primo trimestre 2017 approvata dal cda riferiva che la percentuale, pubblicata sul sito Ama, era salita al 44,2%, con un incremento dell’1,6% rispetto al primo trimestre del 2016. La relazione semestrale dice che al 30 giugno 2017 la percentuale della differenziata è pari al 44,18%. In altre parole: incremento zero rispetto ai tre mesi precedenti.