Rosatellum: AGI/YouTrend, nessuna maggioranza in Parlamento

camera(da YouTrend per AGI) Se si votasse oggi con il Rosatellum, nessun partito e nessuna coalizione si avvicinerebbe neanche lontanamente alla maggioranza assoluta dei seggi. E anche un’ipotetica alleanza fra Pd e FI sarebbe ben lontana dall’avere i numeri per governare. L’unica possibilita’ per evitare che l’Italia, all’indomani delle elezioni, cada in una situazione di incertezza politica, sarebbe che un partito o una coalizione superasse il 40% dei voti. In quest’ultimo caso, la vittoria sarebbe schiacciante e agli avversari resterebbe un numero di seggi straordinariamente limitato. E’ quanto emerge dalla simulazione, realizzata da YouTrend per AGI, dell’applicazione della nuova legge elettorale all’esame del Senato. A differenza delle altre elaborazioni statistiche uscite in questi giorni, quella di YouTrend tiene conto della distribuzione territoriale del voto in diversi scenari applicandola agli effettivi collegi uninominali ritagliati per il Senato dalla legge Mattarella e che, salvo variazioni, saranno utilizzate per la Camera dei Deputati secondo quanto previsto dal nuovo Rosatellum. L’ipotesi da cui Youtrend parte e’ che con il Rosatellum si fronteggino le seguenti coalizioni: Centrodestra (FI, Lega, FdI, che nei sondaggi oggi hanno complessivamente il 32,9%); Centrosinistra (Pd e AP, che vantano 29,5%); M5s con il 27,6%; Sinistra (Mdp e Si, oggi stimati al 5,2%. Ebbene, non tenendo conto dei 12 seggi assegnati in base al voto degli italiani all’estero, la coalizione di centrodestra porterebbe a casa 221 seggi alla Camera, un centinaio in meno rispetto a quanto servirebbe per governare. Ancora piu’ lontano M5s che non andrebbe oltre i 189 seggi, mentre la coalizione di centrosinistra, pur giovandosi dell’eventuale appoggio dei 4 seggi dei partiti autonomisti Svp e Union Valdotaine, arriverebbe a quota 186. Ma a far prevedere scenari di estrema incertezza all’indomani del voto e’ il fatto che anche l’ipotesi di una grande coalizione avrebbe numeri insufficienti. Pd, FI, Ap e i partiti autonomisti si fermerebbero ad appena 242 seggi. Per arrivare a quota 320, bisognerebbe che la quasi totalita’ dei candidati di centrodestra vincenti nei collegi uninominali (78 su 85) appartenessero a FI. Scenario, questo, alquanto improbabile: la stragrande maggioranza dei collegi in cui la vittoria del centrodestra e’ piu’ probabile sono concentrati al nord: in Piemonte, Lombardia e Veneto. Appare davvero molto inverosimile che in una parte rilevante, se non maggioritaria, di questi collegi i candidati non appartengano alla Lega NordYouTrend tiene comunque a sottolineare che i sondaggi non sono strumenti di previsione: ci dicono, tutt’al piu’, come stanno le cose oggi, ma difficilmente possono essere usati per dire con certezza quale sara’ il risultato di un’elezione che si terra’ diversi mesi dopo. Per questo motivo, non si puo’ escludere del tutto che un partito o una coalizione vinca le prossime elezioni con ampio margine sugli avversari. Ma per sapere quale sarebbe in questo caso l’esito delle elezioni, non abbiamo bisogno di ipotizzare dati di fantasia. Possiamo ricorrere a dati reali e neanche troppo lontani nel tempo: quelli delle Europee 2014. In quell’occasione, la coalizione di centrosinistra che stiamo ipotizzando (Pd e Ap), allargata in quell’occasione ai Verdi e agli europeisti di Scelta Europea, ottenne oltre il 46% dei voti. Ma una percentuale di voti superiore al 40% non e’ comunque sufficiente ad assicurare la vittoria nemmeno in un sistema con i collegi uninominali: c’e’ anche bisogno che gli avversari ne ottengano molti di meno. In questo caso, alle Europee 2014 la coalizione di centrodestra ottenne solo il 26,7% e M5s il 21,6%. E i risultati, in termini di seggi, sono eloquenti: se le prossime elezioni dovessero regalare gli stessi risultati delle Europee 2014, avremmo un ‘effetto valanga’ a favore dei dem e dei suoi alleati minori, con la conquista della quasi totalita’ dei seggi, mentre gli avversari dovrebbero accontentarsi di pochissimi seggi. In tal caso, si verificherebbe, insomma, quella che in inglese si definisce una vera e propria ‘landslide’. L’insieme di questi scenari, conclude YouTrend, fa emergere che, a differenza di quanto abbiamo letto nelle scorse settimane, il Rosatellum non e’ destinato a generare un esito predeterminato. Tanti scenari sono possibili e una identica distribuzione del voto puo’ dare luogo a distribuzioni di seggi molto diverse fra loro