Sampietrini, alberi, buche: a Roma i grillini indecisi a tutto

pI rimedi della giunta Raggi per mettere in sicurezza le strade di Roma? Nelle ultime settimane il Campidoglio ha dispensato tre ricette, ognuna delle quali si è portata dietro una scia di polemiche. Rimozione dei sampietrini in piazza Venezia e in via Quattro novembre, macchina tappabuche e asfalto sigillante, con risultato flop il giorno successivo alla sperimentazione. Dulcis in fundo: abbattimento dei pini le cui radici affiorano creando pericolosi dossi sul manto stradale. “Senza se e senza ma”, ha sottolineato l’assessora alla Mobilità Linda Meleo.

La collega all’Ambiente Pinuccia Montanari ieri è stata più morbida. “Vanno abbattuti quelli che hanno problemi di stabilità, per quelli sani va poi capito quali interventi siano possibili”. Ancora: “Bisogna sapere quali pini hanno radici troncate o sono stati danneggiati in passato. Dove la stabilità non è compromessa, l’albero si può assolutamente preservare. Può essere più impegnativo dal punto di vista economico bilanciare sicurezza e tutela dell’ambiente, ma non è impossibile”. Su un punto però sono d’accordo entrambe: indire un referendum per chiedere ai cittadini cose ne pensano.

“Una pazzia il referendum”, secondo Angela Farina, ex dirigente forestale ora al ministero dell’Agricoltura. “Il Campidoglio – continua Farina può promuovere momenti di condivisione con gli specialisti che spiegano ai cittadini, ma non può delegare questa scelta ai romani. Sembra uno scarico di responsabilità”.

Francesco Ferrini, professore di Arboricoltura all’università di Firenze, invitato un mese fa a Roma proprio dall’assessora Montanari per un convegno sui pini della capitale, ripete, adesso come allora, che le alternative per mettere in sicurezza la strada senza abbattere i pini ci sono, eccome.

“Gli interventi si possono applicare agli alberi già esistenti – spiega – e sono tutti accomunati dalla stessa modalità: sistemare materiale inerte tra il manto stradale e le radici, per evitare che l’apparato radicale si sviluppi verso l’alto abbozzando l’asfalto”. Si va dalle tecniche più raffinate a quelle più economiche. La più raffinata consiste nella sovrapposizione di cinque strati: lo strato originario di terra, una membrana di materiali inerti per bloccare le radici seguita da un tessuto sintetico con la stessa funzione e poi da un protettore plastico per distribuire il peso dei veicoli uniformemente su tutta la superficie calpestata, alleggerendo il carico sulle radici. Lo strato finale è una superficie porosa che evita il ristagno d’acqua e permette alle radici di nutrirsi con l’acqua che penetra. La tecnica più semplice consiste nel fresare le radici e introdurre nel terreno lastre di plexiglass o acciaio inclinate a 45° che impediscano la salita dell’apparato radicale. “Sono interventi che costano dagli 80 ai 100 euro a metro quadrato, contro i 35-40 per la semplice realizzazione della strada, ma ne vale la pena”, dichiara Ferrini.

Perché ne valga la pena lo spiega la stessa Montanari: “I pini rappresentano un elemento di identità per i romani. I cittadini sono molto sensibili su questo punto, oltre che per l’aspetto strettamente ambientale, ed è per questo che le decisioni sul futuro di questi alberi vanno condivise”.

“La soluzione proposta dall’assessora Meleo sarebbe una mattanza di alberi interviene Giuliano Malatesta, della Società italiana arboricoltura, delegazione Lazio – Il messaggio che passa è sbagliato: non è l’albero che rende la strada pericolosa, ma è la strada mal gestita che ha cambiato l’habitat dell’albero, mettendolo a rischio”.

Tratto da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/06/29/news/sampietrini_alberi_buche_a_roma_i_grillini_indecisi_a_tutto-200348015/