SOCIALE. FATTORIE, IN ITALIA SONO CIRCA 3 MILA

fattore-didattiche-bambiniIl nuovo libro di Altreconomia, curato da Roberto Brischio, indaga e svela la grande rete dell’agricoltura sociale, un modello economico e culturale, antico e innovativo allo stesso tempo, ma soprattutto inclusivo, perche’ nella sua dimensione sociale coinvolge ogni cittadino e comparto della societa’ (RED.SOC.) MILANO – In Italia le fattorie sociali sono circa 3 mila, danno lavoro a 30 mila persone e fatturano intorno ai 200 milioni di euro all’anno. Di questa rete di cooperative e contadini inclusivi racconta storie, esperienze, progetti e speranze il nuovo libro di Altreconomia: “L’agricoltura e’ sociale, Le radici nel cielo: fattorie sociali e nuove culture contadine”, curato da Roberto Brioschi, attivista della terra e membro di Rete dei Semi Rurali. “L’agricoltura sociale – spiega il fondatore della Rete Fattorie Sociali, lo studioso Alfonso Pascale – recupera il senso originale dell’agricoltura, il suo legame con la comunita’ perche’ oltre a produrre cibo fornisce ‘servizi’ per il benvivere, quali la cura alla persona, l’ospitalita’, le attivita’ di insegnamento, la tutela della fertilita’ del suolo: cio’ che oggi chiamiamo multifunzionalita’”. Il libro racconta le molteplici forme di agricoltura sociale, un modello economico e culturale, antico e innovativo allo stesso tempo, ma soprattutto inclusivo, perche’ nella sua dimensione sociale coinvolge ogni cittadino e comparto della societa’. – “L’agricoltura (…) e’ sociale perche’ chi ci lavora ritorna padrone del proprio tempo di vita, costruisce modelli di comunita’ inclusivi, crea filiere corte legate al territorio, biologiche ed etiche – spiega Roberto Brioschi – e diventa cosi’ uno dei motori dello sviluppo sostenibile, promuove integrazione e salute, sviluppa capacita’ collettive e individuali, produce lavoro e reddito, restituisce scopo, senso e felicita’ all’esistenza”. Oggi le fattorie sociali sono riconosciute grazie alla legge 141 del 2015. Ne fanno parte anche le cooperative di economia carceraria o le imprese agricole di migranti emancipati dal caporalato. Partecipano dello spirito dell’agricoltura sociale, perche’ giovano alla comunita’, anche l’agricoltura biodinamica e biologica, concetto espresso nei contributi fondamentali di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione Nazionale Agricoltura Biodinamica e Federico Marchini, presidente dell’associazione Anabio. E’ sociale perche’ relazionale anche l’esperienza dei wwoofers, raccontata da Claudio Pozzi, coordinatore di WWOOF Italia. E’ sociale perche’ popolare la riscoperta delle erbe spontanee spiegata da Fabio Taffetani docente all’Universita’ Politecnica delle Marche. (www.redattoresociale.it) 15:55 17-01-17 NNNN