Speranza oltre noi, la storia di Elena e della cascina del Dopo di Noi

dopodinoi

Elena è una ragazza Down di Milano. Con i suoi genitori partecipa al progetto «Abitiamo il futuro» – sostenuto da Buone Notizie – dell’associazione Son per ristrutturare una cascina dove andranno a vivere tre famiglie. L’iniziativa nata dagli Amici della Casa della carità di Don Colmegna

Elena ha 18 anni. Ha due sorelle e un fratello maggiore e fa il liceo artistico a Milano. Ma ha una particolarità: è Down. I suoi genitori, Fabio ed Elisabetta (foto), sono due medici sulla sessantina che abitano in zona Crescenzago a Milano. «Siamo fortunati – dice papà Fabio, cardiologo – perché Elena è molto autonoma: prende l’autobus, va a scuola da sola, ha un’ottima relazione con gli altri».

Nella prospettiva del lungo termine la cosa che preoccupa i genitori di figli disabili è l’indipendenza e l’inserimento in un contesto di vita il più possibile familiare. «La mia scuola elementare era dove adesso c’è la Casa della carità», dice Fabio, che assieme alla moglie è diventato socio dell’associazione Speranza Oltre Noi, fondata un anno fa attorno alle relazioni che si sono sviluppate attorno alla Casa fondata da Don Colmegna.

Da questo gruppo di persone è nato il progetto «Abitiamo il futuro» che darà ospitalità a tre famiglie e ai figli disabili in una cascina del quartiere che sarà ristrutturata ad hoc. «Andranno a vivere famiglie con genitori più avanti negli anni e con figli unici che hanno una preoccupazione abitativa per il dopo di noi- spiega Fabio – mentre noi non abbiamo questa esigenza».

Ma Elena sarà comunque coinvolta. «Il progetto non è soltanto un’idea abitativa – spiega – ma anche di interazione con il territorio. Stiamo pensando e progettando come saranno gestiti gli spazi comuni e aperti ai cittadini ed Elena in prospettiva e in ottica di “durante noi” entrerà nella partecipazione delle attività sociali. Vedo bene la cosa perché nostra figlia potrebbe restare in un ambiente e in un quartiere che conosce. Non avrebbe un distacco se non dai genitori che a un certo punto non ci sono più. A noi questo dà speranza».

Nel progetto, la disabilità è vissuta come una ricchezza. «Le persone che hanno aderito – dice Fabio – hanno la nostra stessa visione dell’handicap, che non è considerato come un limite. Il progetto ha valenza sociale e spirituale, ma anche di valorizzazione della persona. Un modello che speriamo possa essere replicato». Buone Notizie questo mese sostiene l’iniziativa «Abitiamo il futuro» dell’associazione Speranza Oltre Noi e rivolge un invito in tal senso anche ai lettori. Le donazioni permetteranno di acquistare la cascina, di allargarla e ristrutturarla. I lavori dureranno un anno.

Tratto da: http://www.corriere.it/buone-notizie/18_gennaio_10/speranza-oltre-noi-storia-elena-cascina-dopo-noi-50454b46-f603-11e7-9b06-fe054c3be5b2.shtml