STABILITÀ, CRESCITA, FUTURO: DOMENICA 4 DICEMBRE È SOLO L’INIZIO

oIl voto di domenica 4 dicembre sarà la fine di una lunga e difficile campagna referendaria, ma può essere soprattutto l’inizio. L’inizio di una nuova Italia più stabile e più solida, che rafforza il percorso di ripresa economica finalmente imboccato. Dopo gli anni più duri della crisi economica, e i tanti sacrifici imposti alle famiglie italiane, la politica ha il dovere di mostrare la sua ritrovata credibilità. I tagli ai costi della politica non sono la panacea dei mali italiani, ma danno un messaggio chiaro: la politica può e deve costare meno. C’è chi pensa che 500 milioni di risparmi siano “briciole”, c’è chi contesta l’entità della cifra, ma essa sarà comunque superiore ai risparmi che deriverebbero dalla vittoria del No: zero.

Perché la riforma può aiutare la crescita economica italiana? Anzitutto, perché un sistema legislativo più semplice e lineare aiuta chi investe, chi lavora e fa impresa. Nello specifico, alcuni cambiamenti sostanziali come l’attribuzione allo Stato delle politiche attive per il lavoro, il turismo, l’energia e le infrastrutture possono aiutare l’Italia a sbloccarsi, a essere più dinamica e attrattiva, a non perdersi nei mille rivoli di una burocrazia asfissiante. Nel corso di questi mesi abbiamo incrociato le opinioni di migliaia di piccoli e medi imprenditori, di associazioni di categoria e di sindacati. Da parte di tutti, il messaggio è stato chiaro: l’Italia ha enormi potenzialità, è un paese creativo come pochi, ma si lascia impantanare dalle troppe regole, dai ritardi, dai conflitti e dall’incertezza normativa. Perché la Lombardia e la Puglia hanno regole diverse sui Bed&Breakfast? Perché un’impresa con uno stabilimento in Veneto e uno in Sicilia deve rispettare regole diverse sulla sicurezza sul lavoro? Perché un camionista che attraversa le autostrade italiane ha bisogno di autorizzazioni regionali e non un’unica nazionale? Perché un certificato di apprendista in Basilicata non deve valere in Toscana? La riforma risolve questi problemi specifici e concreti.

Dopo un decennio di crisi economica, iniziato in Occidente e in Europa nel 2007, abbiamo finalmente ritrovato la crescita economica e il “segno più” nei dati sull’occupazione, sugli investimenti e sull’export. L’Italia ha sofferto la crisi economica più di altre grandi economie occidentali anche perché si è fatta trovare impreparata e bloccata, anche in virtù delle sue debolezze istituzionali. Ricordate come sono finite le elezioni 2013? Ricordate il Parlamento che ha dovuto chiedere a Giorgio Napolitano di accettare la rielezione? Ricordate gli impegni di tutti a “fare le riforme”? Ecco, oggi questo impegno riguarda tutti noi cittadini, non solo la politica. Siamo noi gli artefici del destino dell’Italia, con quella matita che troveremo nel seggio elettorale.

Domenica non finisce un percorso, inizia una nuova stagione. Chiunque guiderà l’Italia nei prossimi anni e nei prossimi decenni, merita una “cassetta degli attrezzi” più adeguata, moderna ed efficace. Ce lo meritiamo, noi italiani.

Tratto da; http://www.bastaunsi.it/referendum-stabilita-crescita-diritti-4-dicembre-solo-inizio/