Stadio Roma: «Il consigliere della Raggi asservito ai Parnasi». Terremoto sulla giunta

pDal costruttore l’avvocato Lanzalone, fedelissimo della sindaca, ha avuto consulenze «inutili» per 100 mila euro per velocizzare il progetto. I pm: «Sono mazzette. I due hanno chiesto a Bisignani di intervenire sulla stampa per cambiare articoli sgraditi». Nei guai anche il dem Civita, uomo di Zingaretti: «Parnasi, mi assumi mio figlio?»
Stadio Roma: «Il consigliere della Raggi asservito ai Parnasi». Terremoto sulla giunta
Mazzette, assunzioni di figlio, consulenze fittizie: il sistema guidato dall’imprenditore e immobiliarista Luca Parnasi, finito agli arresti insieme ai suoi più stretti collaboratori e a politici e dirigenti di primo piano del Movimento Cinque Stelle, del Pd e di Forza Italia, era basato sulla corruzione sistematica di pubblici ufficiali del Comune di Roma e della Regione Lazio. Con l’obiettivo finale di ottenere il via libera al progetto del nuovo stadio dell’AS Roma (del tutto estranea dall’inchiesta della procura di Roma e dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Roma), un affare che per il gruppo Parnasi vale centinaia di milioni di euro.

Le intercettazioni telefoniche e ambientali, ii messaggi Whatsapp e delle caselle di posta elettronica, le analisi dei movimenti bancari segnalano come l’imprenditore, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, aveva puntato molte fiches per assoldare politici che potevano aiutare il suo gruppo in Consiglio regionale, oltre a «pubblici ufficiali» di punta del Campidoglio come Luca Lanzalone, principale consigliere della sindaca Virginia Raggi sulla questione dello stadio, poi promosso alla presidenza di Acea, e oggi principale consigliere della giunta del M5S.

TERREMOTO LANZALONE
Secondo le accuse del pm Paolo Ielo, che ha coordinato l’inchiesta – uno degli stralci di quella partita dalle intercettazioni sul costruttore Sergio Scarpellini – Parnasi e i suoi uomini avrebbero «offerto a Luca Lanzalone (indagato e arrestato per concorso in corruzione, ndr) diverse utilità, e tra queste svariati incarichi professionali, al fine di corromperlo, acquisendone il costante asservimento agli interessi del gruppo imprenditoriale». Il fedelissimo della Raggi, vicino anche ad Alfonso Bonafede neoministro della Giustizia e ad altri maggiorenti del Movimento, Luigi Di Maio su tutti, avrebbe usato i suoi poteri di mediatore per gli «interessi del Parnasi e del suo gruppo…in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza». In cambio di «lucrosi incarichi dello studio legale Lanzalone & Partners, in persona di Luciano Costantini (socio di Lanzalone, ndr) e Stefano Sonzogni». In pratica, dicono i magistrati, Parnasi ha dato o promesso a Lanzalone varie consulenze. La prima evidenza è nella «promessa del conferimento, da parte dei referenti della Sgr Dea Capital di un incarico assolutamente inutile e assegnato per finalità corruttive» per l’assistenza legale in alcuni rapporti tra l’azienda e il Comune di Marino, amministrato dai grillini, «per la quale veniva formulato un preventivo da 50 mila euro quale compenso base, di ulteriori 40 mila euro – oltre a un importo variabile per diverse decine di migliaia di euro – in base all’esito della prestazione».

Non solo. Parnasi – per tramite di una persona di fiducia, Mariangela Masi, avrebbe girato a Lanzalone un altro incarico legale da 12500 euro, più un’altra commessa «in ordine alla ristrutturazione di fondi, legati alla realizzazione presso la vecchia Fiera di Roma di un polo di intrattenimenti» e un palazzetto.

In cambio Lanzalone, spiegano i magistrati romani, ha elaborato «una soluzione tecnica» per il progetto dello stadio della Roma «finalizzata a consentire un immediato inizio dei lavori senza il ricorso a procedure d’urgenza», in modo da evitare ricorsi «con conseguente allungamento dei tempi. Si tratta di un’escamotage individuato dal pubblico ufficiale nell’interesse esclusivo del privato per eliminare gli ostacoli frapposti alla realizzazione del progetto». Lo stesso Lanzalone avvertiva poi Parnasi di ogni step amministrativo.

I rapporti tra i due sono costanti, e apparentemente idilliaci. Tanto che Lanzalone chiede a Parnasi un’intervento sul sito Dagospia, che aveva pubblicato un articolo sul suo conto e sulla sua vita privata che aveva – come si legge dalle intercettazioni – già «agitato Di Maio». Parnasi, per risolvere il problema, si affida all’ex pidduista Luigi Bisignani. Prima, però, chiede il permesso all’uomo forte dei Cinque Stelle.

«Con Bisignani, se vogliamo fare una prova di forza, io ci posso parlare in tempo reale», chiosa Parnasi attovagliato con l’avvocato di Virginia al roof garden dell’hotel Eden

«Se lo fai è meglio per evitare che evitassero a menarla su cose che non hanno senso», ringrazia Lanzalone.

Bisignani si muoverà, il «contenuto sgradito» dell’articolo verrà modificato (ma Roberto D’Agostino, titolare del sito web, spiega a L’Espresso che i cambi erano dovuti soprattutto all’arrivo di una querela arrivata da una signora citata nel pezzo), ma il colloquio tra i due seduti al roof dell’Eden, registrato dai pm, continua: è lì che Parnasi prospetta a Lanzalone i vari «incarichi corruttivi».

I POLITICI
Parnasi, secondo i pm, corrompe altri politici. In primis i grillini, ora al potere e principale obiettivo delle attività criminose di Parnasi e dei suoi collaboratori. Il capogruppo dei grillini Paolo Ferrara, è indagato per concorso in corruzione. Fedelissimo anche lui di Virginia, Ferrara – che ha votato a favore della conferma della dichiarazione di pubblico interesse del progetto del nuovo stadio – avrebbe «scambiato la sua funzione pubblica» che viene «mercificata per la realizzazione di un’interesse privato». Al di là dei rapporti assai amichevoli tra Luca Parnasi e il consigliere grillino, i pm hanno scoperto che il gruppo avrebbe offerto a Ferrara un progetto per il restyling di un pezzo del lido di Ostia. «L’interesse personale e non pubblico del Ferrara nella vicenda» scrivono i pm «appare evidente vista la circostanza che proprio il collegio di Ostia costituisce il suo bacino elettorale». Non solo: che Parnasi non abbia un reale interesse nella riqualificazione della spiaggia è chiaro dalle frasi captate dai collaboratori che “regalano” a Ferrara il progetto: «Fare immediatamente sta roba di Ostia», chiarisce Luca Caporilli, uomo di Parnasi «Ma per incassare su Tor Di Valle», ossia il luogo su cui deve sorgere lo stadio.

Se ai consiglieri forzisti di Regione e Comune Adriano Paolozzi e Davide Bordoni vengono girate utilità e/o somme di denaro per la campagna elettorale (entrambi i politici erano impegnati nelle rpocedure amministrative dello stadio), l’ex assessore regionale dell’Urbanistica Michele Civita, piddino e uomo vicino a Nicola Zingaretti, chiede a Parnasi direttamente l’assunzione del figlio. Parlano al caffè Doney di Via Veneto. Non sanno di essere intercettati.

Parnasi: «Che mi vai?»
Civita: «Io ti voglio chiedere una cortesia per mio figlio…tu me l’avevi detto no?»
Parnasi: «Sì sì»
Civita: «Allora, ovviamente per ragioni di opportunità…nulla che riguarda le tue società! Ovviamente! Però tu mi avevi detto che qualcuno…lui è laureato in economia…Se ti mando il curriculum…»
Parnasi: «No non mandarmi il curriculum mandami la mail….Tu non ti preoccupare! Io ho già un’idea…di una società molto seria…Lui sta all’Eur no? Sta sempre vicino a te? Io avevo in testa una società che si chiama 8BE Consulting…».

Il titolare verrà chiamato da Parnasi il giorno dopo, e gli raccomanderà il figlio «dell’uomo di Zingaretti. Una persona seria, per bene

Tratto da: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/06/13/news/il-consigliere-della-raggi-asservito-ai-parnasi-terremoto-sulla-giunta-di-virginia-1.323722