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Taglia stipendi, la legge rinviata in Commissione. Grillini: “Inaccettabile”. Ma la loro piazza è stata un flop
Posted by Ileana Argentin at 11:32 AM. Placed in Rassegna stampa category
Scintille in Aula tra la maggioranza e gli esponenti del Movimento dopo la proposta avanzata da Dellai. Di Battista con i (pochi) attivisti radunati sotto Montecitorio: “Indignato, Parlamento di gentaglia pericolosa”. Grillo rinuncia a fare il tribuno
ROMA – L’Aula della Camera, con 109 voti di scarto, ha approvato la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge del M5S sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. La seduta, che vedeva all’ordine del giorno come primo punto la discussione del disegno promosso dal Movimento 5 stelle e che ha come prima firmataria Roberta Lombardi, si è aperta con le prime scintille tra la maggioranza e i rappresentanti del Movimento.
Lorenzo Dellai, capogruppo di Democrazia solidale – centro democratico, ha proposto, infatti, di rinviare in Commissione il disegno di legge. Richiesta definita ‘inaccettabile’ dalla promotrice Lombardi e rifiutata anche da Forza Italia, FdI e Sinistra italiana. “Avremmo preferito una discussione più approfondita in commissione, senza la tentazione di far diventare il tema uno spot o un’occasione per delegittimare le istituzioni. Ma siccome sappiamo che la proposta va in quota all’opposizione, riteniamo sia giusto non comprimere il diritto delle opposizioni di discutere le loro proposte, per questo siamo contro il rinvio”, ha detto Roberto Occhiuto (FI).
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Proteste in piazza. Subito dopo il voto dell’Aula, alcuni deputati M5s hanno lasciato l’emiciclo e si sono uniti ad alcune decine di attivisti del Movimento, radunati davanti all’ingresso principale della Camera per protestare, con slogan e striscioni, contro i costi della politica. Doveva essere una chiamata in piazza per radurare migliaia di persone, ma alla fine è un flop e Grillo rinuncia a fare il tribuno. Lo show è tutto di Alessandro Di Battista: “Quella di oggi è la dimostrazione plastica di quello che sono questi politici: sono indignato! Spero che a dicembre metteremo fine a questo disgusto. Spero che sia l’ultima volta che avremo il dispiacere di vedere questa gentaglia all’opera. Non hanno nemmeno un briciolo di coraggio, non hanno neppure il coraggio di votare la nostra proposta. Rinviano in Commissione. Sono gentaglia, sono pericolosi perché non sono liberi”, così diceva al microfono, acclamato “vai Dibba!.
“Siamo Davide contro Golia – ha proseguito Di Battista -, ma non molleremo di un centimetro! Viva la Repubblica viva la sovranità popolare”. La piazza ha urlato: “Onestà, onestà” e Di Battista ha annunciato: “Fino al 4 dicembre si va avanti, saliremo sui treni per difendere quei brandelli di sovranità popolare che ancora resistono. C’è una rabbia enorme dentro di noi. E stiamo incanalando una rabbia sana, che esplode in canali democratici”.
Il PD ha votato per affossare la nostra proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari!
Grillo: “Pd ha votato per affossare nostra proposta”. Anche la reazione di Beppe Grillo, seduto in tribuna a Montecitorio per vegliare sui lavori, non si è fatta attendere: “Il Pd ha votato per affossare la nostra proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari! #renzinonnasconderti”, ha scritto in un tweet. E poi ancora sul blog, con un post dal titolo “Da pace e bene a pace e rumina”, il leader M5s paragona i deputati Pd a “vacche autonominatosi sacre”. Il loro “è il modo più profondo di tradire la fiducia, e il mandato che hanno ricevuto dagli elettori: una questione di fedeltà al mandato Costituzionale”, si legge.
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Nei giorni scorsi non erano mancate polemiche e botta e risposta a distanza tra il premier, Matteo Renzi, e Luigi Di Maio: il presidente del Consiglio aveva avanzato una controproposta legata alle presenze in Aula e, riferendosi al vicepresidente della Camera e membro del direttorio del M5s, aveva detto: “Ha il 37% di presenze in Aula, diamogli il 37% dell’indennità. I 5 stelle giocano a fare i più puri ma sono come gli altri”. Proposta che il segretario Pd rilancia anche nel corso di Porta a Porta: “Se i parlamentari si dimezzano lo stipendio prendono come il presidente del Consiglio, si arriva tranquillamente a fine mese. Siamo disponibili, ma che non sia un giochetto” dei Cinque stelle che “dicono di prendere 2-3mila euro, ma con i rimborsi arrivano a 12mila euro”, ha detto ribadendo la proposta di “ridurre lo stipendio” e legare l’indennità di parlamentare alle presenze in Aula, “perché se uno è presente e vota, è un film, se non è presente è un altro film…”.
TRATTO DA: http://www.repubblica.it/politica/2016/10/25/news/stipendi_parlamentari_camera_inverte_odg-150555927/