Toscana, oltre duemila bambini non vaccinati

vaccinoL’Asl Toscana: ‘Si torna indietro di due secoli’. Appello alla ‘copertura’

Firenze, 6 ottobre 2019 – Per il 2,5% dei bambini della Toscana centrale fra i 2 e i 6 anni d’età la prevenzione delle malattie infettive è tornata indietro di oltre due secoli. E si stima che nel resto della regione i dati siano simili. In pratica, fra Firenze, Prato e Pistoia, dove vivono circa la metà degli utenti del sistema sanitario regionale, oltre 1.151 bambini nati dal 2014 al 2017 (su un totale di 45.503) non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Proiettando il dato su scala toscana si arriva a circa 2.200-2.300 piccoli, anche se con un trend in miglioramento. A diffondere i dati sono stati ieri gli uffici dell’Igiene pubblica dell’Ausl Centro suddivisi nelle quattro aree territoriali, dirette da Giorgio Garofalo per la zona fiorentina, da Susanna Ricci per la pratese, da Paolo Filidei per l’empolese e da Paola Piccioli per la pistoiese.

Nel dettaglio, gli inadempienti sono 315 a Firenze (su 9.610 nati), 50 nel Mugello (su 1.636), 160 nell’area nord-ovest della provincia fiorentina (su 5.768) e 152 nella sud est (su 4.508). E ancora 107 a Empoli (su 6.991), 161 a Prato (su 8.251), 137 a Pistoia (su 5.236) e 69 in Valdinievole (su 3.503). «Da un paio d’anni sembra invertita la tendenza a un calo delle vaccinazioni – spiega Garofalo -. E questo significa che i nati dal 2016 in poi si vaccinano più di quelli nati prima. Per alcuni vaccini è stato raggiunto il 95% della copertura, considerato la soglia minima per l’immunità di gregge. Tuttavia abbiamo dei piccoli che non hanno mai visto un vaccino». È una realtà che, sebbene fatta di numeri relativamente piccoli, deve far riflettere: «Per questi bambini la prevenzione delle malattie infettive è tornata indietro di oltre due secoli, a prima della scoperta del primo vaccino (vaiolo nel 1798).

In Italia agli inizi dell’800 l’aspettativa di vita era meno di 40 anni e nel 1950 superava di poco i 60. Le malattie infettive erano ancora la prima causa di morte. All’unificazione d’Italia la metà dei bambini non arrivava a 5 anni. Oggi in Italia registriamo il più basso tasso di mortalità infantile insieme alla Svezia (intorno al 3 per mille) e dovremmo andarne fieri. Tuttavia, in tema di prevenzione vaccinale abbiamo questa «macchia», che condividiamo con molti paesi evoluti. È come se qualcuno, dovendosi sottoporre a un intervento chirurgico, decidesse di evitare la sala operatoria per farlo nel tinello di casa, facendosi anestetizzare con il protossido d’azoto e affidando al barbiere il compito di primo operatore di sala…». Il miglioramento comunque c’è.

Per fare qualche esempio, secondo i dati della Regione, la copertura vaccinale a 24 mesi per l’esavalente ha raggiunto nel 2018 il 96,84% contro il 95,78% del 2017. Quella di morbillo, parotite e rosolia è arrivata nel 2018 al 95.32%, rispetto al 93,51% del 2017. «È una battaglia importante – commenta l’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi – che portiamo avanti da anni, anche con campagne pubblicitarie e informative. Questo sforzo, insieme alla legge sull’obbligo vaccinale, sta dando i suoi frutti».

Tratto da:

https://www.lanazione.it/cronaca/vaccini-toscana-1.4820919