Trump abroga piano Dreamers. Obama rompe il silenzio: “Decisione sbagliata e crudele”

Il capo della Casa Bianca mantiene la promessa fatta agli elettori e cancella la riforma che Obama aveva voluto nel 2012 per proteggere i giovani portati illegalmente dai genitori nel Paese quando erano bambini. Il Congresso ha sei mesi di tempo per trovare una soluzione per le 800 mila persone coinvolte 

NEW YORK – Dreamers come sognatori. O più precisamente, aspiranti all’American Dream. Da oggi questo Sogno Americano si allontana per 800.000 giovani stranieri che risiedono da una vita negli Stati Uniti. L’annuncio del segretario alla Giustizia, Jeff Sessions, conferma la notizia che era nell’aria da giorni. Travolto da un coro di proteste, Trump s’è difeso spiegando di  “nutrire un grande amore per queste persone, che non sono bambini come si pensa, ma in realtà si tratta di giovani adulti”. “Adesso – ha aggiunto il presidente Usa – si spera che il Congresso possa realmente aiutarli. Nel lungo periodo sarà la soluzione giusta”. “Sono pronto a lavorare con il democratici e i repubblicani in Congresso – ha concluso – per una riforma dell’immigrazione tale da mettere i cittadini, grandi lavoratori, del nostro Paese al primo posto”.

Donald Trump l’aveva promesso alla sua base più ostile agli stranieri: cancellare quella riforma di Barack Obama che aveva creato una corsia agevolata per regolarizzare quei giovani senza permesso di residenza, che arrivarono negli Stati Uniti da bambini, di solito portati dai genitori. Non era proprio una sanatoria, ma ci assomigliava molto.

• LA DURA CRITICA DI OBAMA
Barack Obama, rompendo la prassi istituzionale secondo cui il presidente uscente non interviene sulle decisioni di quello in carica, ha definito l’abrogazione dei ‘Dreamers’ “sbagliata”, “autolesionista”, “crudele”. Obama lo ha detto in una nota pubblicata anche sul suo profilo Facebook.

Riconoscendo che l’immigrazione può essere un “argomento controverso”, Obama ha criticato la mossa ha spiegato che “mettere nel mirino queste giovani persone è sbagliato, perchè non hanno fatto nulla di male”. “È autolesionista perchè vogliono solo iniziare a fare impresa, lavorare nei nostri laboratori, servire nelle nostre forze armate o contribuire in altri modi al benessere del Paese che amiamo. Ed è crudele”. E ha continuato: “Siamo chiari: l’azione presa oggi non è richiesta legalmente. È una decisione politica e una questione morale”.

• COSA DICEVA IL PROVVEDIMENTO CANCELLATO
Il provvedimento voluto da Obama aveva una logica: si applicava a una popolazione giovane che è cresciuta in America, ha l’America come vera patria. Espellerli, deportarli, è complicato oltre che disumano, perché coi Paesi d’origine hanno pochissimi legami. Ma Trump ha deciso di cancellare la ‘Daca’ (il nome della normativa Obama è l’acronimo di Deferred Action for Childhood Arrivals).

Può farlo con un atto dell’esecutivo visto che anche Obama – per non passare dalle forche caudine della maggioranza repubblicana al Congresso – aveva usato lo strumento del decreto. Però entro sei mesi il Congresso dovrà a sua volta legiferare su una materia che è rovente.

“Non sono favorevole a punire bambini, la maggior parte dei quali adesso sono adulti, per le azioni dei loro genitori. Ma dobbiamo anche riconoscere che siamo un Paese di opportunità perché siamo un Paese di leggi”, ha detto Trump, difendendo la sua decisione di abrogare il programma.

• LE PROTESTE
Le proteste hanno già riempito le piazze nei giorni scorsi, in previsione del colpo di Trump contro i Dreamers. Gli studenti di Denver, capitale del Colorado, sono usciti oggi dalle classi in segno di protesta. E hanno preso dure posizioni contrarie importanti esponenti dell’economia, come Tim Cook (Apple), Bob Iger (Disney) e Mark Zuckerberg (Facebook) anche perché molti di quei giovani stranieri lavorano nelle loro aziende.

In particolare il fondatore e amministratore delegato del social network ha espresso il suo disappunto su Fb: “Questo è un giorno triste per il nostro Paese. La decisione di mettere fine al Daca non è solo sbagliata. È particolarmente crudele offrire ai giovani il sogno americano, incoraggiarli a uscire dall’ombra e a fidarsi del governo, e poi punirli per questo”. E ha aggiunto: “I giovani protetti dal Daca sono i nostri amici e vicini. Contribuiscono alle nostre comunità e all’economia. Ho conosciuto alcuni Dreamers negli ultimi anni e sono sempre rimasto impressionato dalla loro forza e determinazione. Non meritano di vivere nella paura”.

Non è escluso che torni a parlare lo stesso Barack Obama. Su altri temi controversi l’ex presidente ha mantenuto la riservatezza che è nella tradizione. Ma il destino dei Dreamers gli sta a cuore più di tante altre cose, il loro sogno spezzato è una delle contro-riforme di Trump che colpiscono più seriamente la sua eredità.

Tratto da: http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/05/news/trump_abroga_piano_dreamers_sessions_era_provvedimento_incostituzionale_-174692721/Donald_Trump_presidente_150x150