Ue a Roma, Merkel a Raggi «Lei è la sindaca, presumo…»

pROMA – Gli staff dei leaders devono fare la salita del Campidoglio a piedi, attendono sotto i portici, un passo prima del sindaco Virginia Raggi, accanto ai messi del Comune di Roma vestiti per l’occasione con i colori della città e gli abiti plurisecolari dell’istituzione. Al centro della piazza a fare gli onori di casa Palo Gentiloni, sotto il sole di una giornata baciata dal clima primaverile, accanto a lui il premier maltese Joseph Muscat, il presidente polacco del Consiglio europeo, Donald Tusk: parlottano come tre vecchi amici, sorridono, stringono le mani dei leader in arrivo, fanno la foto di rito, stanno soprattutto alla fine di un’elegante guida rossa lunga oltre 150 metri, dal primo scalino su Piazza Venezia sino sotto la statua di Marco Aurelio.

«Buongorno, sindakosky»
Fila tutto liscio, tranne piccoli strappi al protocollo. Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, esce dalla macchina, fa una foto rapida con Gentiloni, Tusk e Muscat poi invece di dirigersi verso l’ingresso si fa catturare dalle grida dei cronisti, si avvicina alle telecamere, risponde ai giornalisti, i messi del Campidoglio e della Farnesina sono in imbarazzo, Gentiloni fa segno con gli occhi di affrettare, c’è la Merkel in attesa, dentro la macchina, ferma sulla salita ad uncino che porta dalla strada alla piazza, ma Juncker è indifferente a tutto: passano alcuni minuti prima che finisca l’intermezzo e si decida finalmente ad entrare nel Palazzo. Anche uno dei leader dell’Est rompe il protocollo, ignora Gentiloni e Tusk all’arrivo, va verso i cronisti, poi va incontro alla Raggi e la saluta così: «Sindakosky? Me too, i was, and I was lawyer as well, so many things in common..». E’ uno dei pochi attimi movimentati della sindaca, che dalla Cancelliera si sente addirittura chiedere lumi sul proprio ruolo, nonostante la fascia tricolore: «Lei è la sindaca, presumo..», chiede Angela Merkel. La Raggi annuisce, le stringe la mano, sorride. Alle dieci del mattino la lunga e complessa cerimonia degli arrivi è conclusa, sono tutti dentro il Campidoglio per dare inizio alle celebrazioni dell’anniversario dei Trattati di Roma del 1957.di Marco Galluzzo

ROMA – Gli staff dei leaders devono fare la salita del Campidoglio a piedi, attendono sotto i portici, un passo prima del sindaco Virginia Raggi, accanto ai messi del Comune di Roma vestiti per l’occasione con i colori della città e gli abiti plurisecolari dell’istituzione. Al centro della piazza a fare gli onori di casa Palo Gentiloni, sotto il sole di una giornata baciata dal clima primaverile, accanto a lui il premier maltese Joseph Muscat, il presidente polacco del Consiglio europeo, Donald Tusk: parlottano come tre vecchi amici, sorridono, stringono le mani dei leader in arrivo, fanno la foto di rito, stanno soprattutto alla fine di un’elegante guida rossa lunga oltre 150 metri, dal primo scalino su Piazza Venezia sino sotto la statua di Marco Aurelio.

Fila tutto liscio, tranne piccoli strappi al protocollo. Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, esce dalla macchina, fa una foto rapida con Gentiloni, Tusk e Muscat poi invece di dirigersi verso l’ingresso si fa catturare dalle grida dei cronisti, si avvicina alle telecamere, risponde ai giornalisti, i messi del Campidoglio e della Farnesina sono in imbarazzo, Gentiloni fa segno con gli occhi di affrettare, c’è la Merkel in attesa, dentro la macchina, ferma sulla salita ad uncino che porta dalla strada alla piazza, ma Juncker è indifferente a tutto: passano alcuni minuti prima che finisca l’intermezzo e si decida finalmente ad entrare nel Palazzo. Anche uno dei leader dell’Est rompe il protocollo, ignora Gentiloni e Tusk all’arrivo, va verso i cronisti, poi va incontro alla Raggi e la saluta così: «Sindakosky? Me too, i was, and I was lawyer as well, so many things in common..». E’ uno dei pochi attimi movimentati della sindaca, che dalla Cancelliera si sente addirittura chiedere lumi sul proprio ruolo, nonostante la fascia tricolore: «Lei è la sindaca, presumo..», chiede Angela Merkel. La Raggi annuisce, le stringe la mano, sorride. Alle dieci del mattino la lunga e complessa cerimonia degli arrivi è conclusa, sono tutti dentro il Campidoglio per dare inizio alle celebrazioni dell’anniversario dei Trattati di Roma del 1957.

Tratto da: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_marzo_25/ue-roma-merkel-virginia-lei-sindaca-presumo-43bc4d3a-113d-11e7-8518-37eb22c51aa5.shtml