Veltroni con Gentiloni: “Berlusconi resta avversario e se non c’è maggioranza si torni a votare”

Walter Veltroni ospite a "Che tempo che fa", la trasmissione condotta su Rai 3 da Fabio Fazio, Milano, 22 marzo 2014. ANSA / MATTEO BAZZI

Il premier a Roma: “In 5 anni è stato dimostrato che il Pd è sinistra governo” 

Dal palco dell’Eliseo è Walter Veltroni, nella manifestazione Dem con il premier Paolo Gentiloni, a chiarire che ‘Berlusconi resta un avversario’ ma  ‘dopo il voto, se non c’è maggioranza chiara, serve fare una legge elettorale con un premio di maggioranza, e tornare alle urne. Cito me e Renzi: serve sapere chi vince le elezioni la sera del voto’. Il 4 marzo sarà una ‘scelta di campo’, gli fa eco Gentiloni: da una parte ‘i valori della democrazia’ e dall’altra ‘il populismo e il sovranismo’, quindi ‘non è tempo di ripicche o di restare a casa’. Intanto i lministro Minniti rassicura: ‘al momento non c’è nessuna evidenzadi possibili interferenze internazionali per il voto’. Il confronto sulla sinistra tra Paolo Gentiloni e Walter Veltroni è all’insegna della sobrietà. Veltroni legge un testo scritto. Dopo gli ultimi giorni con gli endorsement a Gentiloni arrivati da Romano Prodi e Giorgio Napolitano. Veltroni, come ammette, non ha bisogno di fare endorsement: “Io lo considero naturale. Siamo amici da quando andavamo a scuola abbiamo condiviso i sogni dei ragazzi dei nostri tempi, le battaglie civili, poi belle esperienze di governo amministrativo e infine, in ogni passaggio,un’idea di evoluzione della sinistra italiana. Per questo non è questa la ragione fondamentale per la quale sono qui oggi. Oggi voglio fare l’elogio della politica e dell’idea del partito democratico”. Il presidente del Consiglio ringrazia e cita il ‘modello Roma’, ovvero la stagione di amministrazione capitolina veltroniana, come esempio di “spirito di comunità al quale dovrebbe ispirarsi anche l’Italia”. La seconda importante ‘sponda’ al premier arriva quando Gentiloni tira in ballo Juncker. Il presidente della Commissione Europea ha spiegato nei giorni scorsi – salvo poi aggiustare il tiro – di essere molto preoccupato per le elezioni italiane e il “rischio ingovernabilita’” che esse portano con se’. meglio che si occupi del dumping di alcuni Paesi, come la Slovacchia con Embraco, o alle parole di personaggi come il premier bulgaro, piu’ interessato “a costruire un sistema illiberale che non una democrazia liberale”. Applausi. Che si trasformano in ovazioni quando Veltroni fa riferimento a Silvio Berlusconi con le parole che utilizzava nel 2008: “Il principale esponente del campo avversario”. Questo era, per Veltroni, questo è e deve continuare ad essere il Cavaliere, con buona pace dei teorici delle larghe intese. Ancora un’ovazione quando l’ex segretario dem parla di una nuova legge elettorale da approvare subito dopo le elezioni, nell’eventualità che non sia possibile individuare una maggioranza in Parlamento. Insomma, con il centro destra non si governa, ribadisce Veltroni segnalando come la campagna elettorale di Berlusconi assomigli a “una fiaba gotica”, nera e spettrale, fatta di “inganni spacciati per promesse con il cinismo di chi sa di non potere fare nulla di quello che dice”.Poi, lancia una sorta di anatema contro la precarietà lavorativa e sociale: “Non so se siamo consapevoli della profondità dei cambiamenti che stiamo vivendo, non so se siamo coscienti di un passaggio in cui la scienza sta mutando ogni paradigma del genere umano e questo avrà conseguenze sulla politica. Cambia il progetto di vita di ciascuno, oggi segnato dalla precarietà”. L’analisi dei mali del Pd di oggi si fa più severa quando Veltroni passa a sottolineare una differenza tra il suo e il Partito democratico di oggi: “Quando nacque, il Pd ottenne in periferia il massimo dei voti. La sinistra e il Pd non possono accettare che un ragazzo o una ragazza vengano pagati 33 centesimi l’ora. Il pd deve essere fra quei ragazzi”, dice ricordando l’affanno con cui il Pd insegue nelle periferie, al sud e fra i giovani.      Parole che il presidente del Consiglio sembra fare sue quando mette in guardia dai rischi connessi a un Pd poco presente fra gli esclusi: “se non facciamo attenzione, noi del Pd e di sinistra, il disagio sociale degli esclusi rischia di cambiare direzione, Non avremo autunni caldi: se lasciamo proliferare questo disagio, il rischio è che esso finisca per alimentare il motore dei nazionalismi e delle visioni negative”. Per questo, Gentiloni detta il suo ‘programma personale’ fatto di “più lavoro di qualità”, “forze dell’ordine, cura delle periferie e sanità” per garantire più sicurezza. Senza dimenticare l’ambiente, “perchè non esiste una sinistra di governo che non abbia l’ambiente al centro dei suoi programmi”. In questo modo, è la speranza di Gentiloni, “con la credibilità, la cura della persona e la speranza sarà possibile recuperare la distanza con i nostri avversari politici” e “rimetterci al servizio dell’Italia” per “la seconda stagione delle riforme”.

Tratto da: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Veltroni-con-Gentiloni-Berlusconi-resta-avversario-e-se-non-maggioranza-si-torni-a-votare-e9976c7d-9c46-41d4-a1de-c50e7f344249.html