Violenza donne: il dramma degli orfani

55555E’ il volto invisibile della violenza di genere: il dramma dei figli delle vittime di Femminicidio, tutelati da una legge inapplicata per la mancanza dei decreti attuativi. La buona notizia é di queste ore: il ministero dell’economia ha sbloccato i 12 milioni del fondo per gli orfani che finanzieranno borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro. Tira un sospiro di sollievo Anna Maria Busia, avvocata ed ex consigliera regionale. E’ suo il testo della bozza sulla proposta di legge, primi firmatari i sardi Roberto Capelli e Luciano Uras, approvata a dicembre del 2017 e entrata in vigore a gennaio del 2018.
“Finalmente qualcosa si è sbloccato e proprio a ridosso della data significativa del 25 novembre – commenta in un colloquio con l’ANSA Anna Maria Busia – con quei 12 milioni ora disponibili certo non si può compensare quel carico di dolore. Ma ci sono vite da ricostruire, dolori e traumi da rielaborare. E serve un sostegno. Perché un giorno ‘da grandi’, verranno a sapere cosa è successo e cosa c’è all’origine della loro sofferenza. Verità dure che sono state nascoste per protezione”.

Salutata come norma di grande civiltà, la legge pone l’Italia all’avanguardia a livello Europeo. “Dopo di noi solo la Spagna l’ha varata, ma aveva bisogno di strumenti e fondi. Ora qualcosa si è mosso”, spiega l’avvocata con radici mamoiadine. Pasionaria sul fronte delle discriminazioni di genere. Barbaricina, come un’altra donna, Graziella, sorella di Dina Dore, la donna di Gavoi uccisa il 26 marzo 2008 nel garage di casa e il cui caso è tornato alla ribalta in questi giorni. La madre e le due sorelle di Francesco Rocca, il dentista condannato all’ergastolo in via definitiva come mandante dell’omicidio della moglie, hanno presentato due cause civili.

Due iniziative che puntano a spogliare l’uomo di tutti i beni dei quali è intestatario. Il risarcimento garantito da una legge agli orfani minorenni di femminicidio non potrà essere assicurato alla figlia, oggi 12enne, nel frattempo affidata alla sorella della vittima, Graziella Dore, che ha deciso di dare battaglia, per difendere i diritti della nipote. “Capita ogni volta. E ogni volta mi assale l’indignazione – asserisce l’avvocata Busia – con i figli delle vittime privati di tutto.

Tutto affidato all’infinito amore delle famiglie a cui vengono dati in affido”. Questa mattina Anna Maria Busia ne parlerà nell’aula Magna del Siotto a Cagliari. Racconterà la storia di Vanessa Mele e la vicenda di Dina Dore. Due storie che si intrecciano. Perché l’ingiustizia che ha subito Vanessa ha dato origine alla legge di tutela dei figli delle vittime di violenza e quindi anche alla norma che impedisce a chi uccide il proprio congiunto di beneficiare della pensione di reversibilità del coniuge. “Ma la tutela non è completa – ammette – Anna Maria Busia- perché il futuro delle vittime di questo fenomeno tristemente in crescita, non deve essere più minacciato e il diritto sacrosanto di costruirsi un avvenire va difeso con determinazione”.

Tratto da:
http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2019/11/25/ansa-violenza-donne-il-dramma-degli-orfani_426f7b66-128f-48c6-b1a4-434ee87773ad.html