Scale e pregiudizi, Ileana Argentin: vita da disabile tra i banchi di scuola

pLa deputata, ex assessore del Comune di Roma, racconta le disavventure e le difficoltà di una vita passata in carrozzina: dall’ora di ginnastica alla carrozzina onnipresente. «La disabilità? Parte di me. Siamo più forti»
« Scuola a rotelle». È il nuovo libro, edito da Donzelli, scritto dall’onorevole del Pd Ileana Argentin assieme a Paolo Marcacci, insegnante di Lettere alle Medie. Un racconto di due mondi: quello della disabilità e quello dell’istruzione, in un rapporto non sempre facile per chi ogni giorno ha a che fare con barriere fisiche e anche culturali. «Gli ostacoli che ho io incontrato e che racconto tornando ai tempi della scuola- spiega Argentin alla Dire- sono stati soprattutto culturali. Ovviamente la scalinata era il classico dell’epoca. Io sono nata nel ‘63. Mi sono avvicinata alla scuola quando era piena di gradini, ma il vero problema non sono state le barriere architettoniche: sono stati l’ora di ginnastica, il rapporto con gli insegnanti, la lavagna troppo alta e l’atteggiamento di rifiuto rispetto a chi viveva una situazione di disagio. Sta di fatto che però l’abbiamo vinta, anche questa. L’abbiamo vinta nel migliore dei modi perché io ho fatto le battaglie con gli insegnanti di sostegno, pur non avendoli all’epoca perché la figura non esisteva. L’abbiamo vinta con il mio gruppo di classe con il quale si era realizzato un tale feeling per cui non ho mai sentito il disagio di non avere un servizio».
La «carrozzata»
La disabilità, in fondo, sorride Argentin, «è stata un limite ma anche un patrimonio da spendermi». Tanto che in un passaggio del libro ironizza sul suo essere fruitrice costante di una carrozzina: «Come dice il mio amico Marcacci, io da sempre a scuola sono stata considerata una carrozzata perché non ho mai camminato. La carrozzina per un disabile motorio è parte della sua vita, non è un optional, è talmente necessaria che diviene parte di te come le orecchie, un braccio, che ne so i denti. Io amo la mia carrozzina e quindi essere definita carrozzata non mi dispiace, anzi direi che provo anche un po’ di soddisfazione e gratificazione».

L’ora di ginnastica
C’è un miglioramento nelle politiche scolastiche verso chi ha disabilità? «È innegabile- osserva l’esponente Pd- che oggi ci sono figure professionalizzate e strumenti diversi. E poi è diversa l’accoglienza anche da parte degli insegnanti a scuola. Ancora oggi vorrei picchiare il professore di ginnastica che non mi salutava neanche. Quella era una brutta barriera, un atteggiamento che non tollero e che ancora oggi purtroppo, a distanza di quasi trent’anni, vediamo perché non tutti gli insegnanti sono pronti ad accogliere la disabilità. Ma in fondo, in quelle ore in cui restavo sola quando c’era la lezione di ginnastica le ricordo con amarezza ma anche con piacere: erano ore in cui pensavo a come potevo vestirmi o truccarmi, perché ero una bambina come le altre».
Una mamma speciale
Altro capitolo del libro di Ileana Argentin: essere genitori di un figlio disabile. La parlamentare spiega che è «veramente un compito arduo», non solo per l’assistenza continua, ma perché si deve preparare un figlio «alla maggioranza dei cittadini del mondo che sono diversi dalla tua creatura». E racconta: «Mia madre è stata una donna straordinaria che ha cercato di sopperire a tutti i limiti della scuola imponendomi una frequentazione, una presenza costante. Quel capitolo lo abbiamo chiamato «Genitori due volte», che vuol dire che i nostri genitori, genitori di persone con disabilità, sono stati fondamentali perché in fondo nel gioco dell’educazione è entrato anche il gioco della crescita per farci capire che la scuola era necessaria. Mia madre ha sopperito in tutti gli aspetti della mia vita».
La sfigatella di turno
E poi c’è la vita in politica: prima come assessore al Comune di Roma, ora deputata. C’è un episodio che vede protagonista uno dei capi più noti del Pd, di cui Argentin non fa il nome. Si votava una fiducia al governo e quando tutti si affollano per la chiama, lei con la carrozzina passa sopra al piede del leader. Ovviamente non apposta. «Lui fa finta di nulla- dice la deputata- ero passata con la ruota sul piede facendo proprio la riga in mezzo alla sua scarpa. Lui, non sapendosi relazionare con la disabilita’ in nessun modo, ha fatto un gesto in cui si è visto che stava soffrendo fisicamente. Gli ho chiesto scusa e lui mi ha detto “Ma di nulla, ti pare”. In quella situazione sarebbe venuto spontaneo a chiunque dire “Attenta, mi hai fatto male!”. Eppure hanno paura di qualunque reazione, come se io mi fossi buttata per terra a piangere se lui mi avesse gridato». E aggiunge: «Pur non essendo più una ragazzina ancora mi fanno il buffetto sulla guancia, si rapportano con me come la poverina di turno, la sfigatella». Argentin spiega di non poter parlare della sua vita lasciando da parte l’handicap perché«la disabilità è parte di me- dice- Mi piace molto la vita, la mia disabilità la vedo come un patrimonio. Mi spiace molto per gli altri che continuano a credere che noi siamo i deboli e loro sono i forti. Vorrei fargli capire che alla fine noi siamo così forti perché loro sono talmente deboli nel confronto del disagio che forse viviamo meglio di loro».

Tratto da: http://www.corriere.it/scuola/medie/17_marzo_24/scale-pregiudizi-ileana-argentin-vita-disabile-banchi-scuola-506b3db8-10aa-11e7-8dd1-8f54527580f3.shtml